Le origini della parola “bagno” e le prime tracce di rete idrica

Le origini della parola “bagno” e le prime tracce di rete idrica

Clean-and-Decent

E’ difficile ripercorrere lo sviluppo della Storia del bagno, se non altro perché questo ambiente ha avuto diversi significati e funzioni a seconda delle epoche e delle culture che si sono succedute.

La stessa parola, “bagno”, ha assunto diverse connotazioni col passare delle epoche. Il termine deriva dal latino balneum e originariamente indicava l’immersione del corpo in acqua (o altro liquido) per scopi non obbligatoriamente igienici o curativi, ma anche solo simbolici o rituali.
Nelle antiche civiltà questi ultimi erano di gran lunga più significativi dei primi (l’igiene personale è un concetto che si è sviluppato in epoche relativamente recenti).

Risale solo al XIX secolo l’abitudine di provvedere alla propria igiene personale quotidianamente, e con essa la necessità di adibire un ambiente dell’abitazione a questi scopi; il bagno, così come lo intendiamo noi, una sala dotata di servizi igienici dove poter espletare le proprie necessità fisiologiche e provvedere alla propria igiene in intimità, è insomma una “scoperta” abbastanza recente.

La nascita delle fognature

Le prime tracce di quelle che possiamo oggi definire fognature risalgono al 3000 a.C. e sono state rinvenute nella valle dell’Indo, tra India e Pakistan. Certo, parlare di bagno a quell’epoca è un tantino prematuro, ma a quanto pare le prime pratiche igieniche ci arrivano proprio dalle civiltà Indù. Evidentemente, anche a quei tempi esisteva un luogo utilizzato per dar sfogo ai propri bisogni fisiologici e dedicarsi alla cura di sé.

Al 2800 a.C., invece, risale addirittura la prima prova dell’uso del sapone.

Il primo wc della storia

Per trovare quello che possiamo definire l’antenato del nostro WC dobbiamo arrivare all’epoca del regno di Minosse, nell’isola di Creta. Siamo intorno al 2000 a.C. Si tratta di un elemento fatto di legno e ceramica, dotato di un canale di scolo sotterraneo collegato direttamente al fiume.

La prima vasca da bagno

Pare che risalga al 1700 a.C., e che sia stata ritrovata nel palazzo di Cnosso, dotato di un sistema di servizi igienici talmente all’avanguardia che per lungo tempo (diversi secoli!) non se ne sarebbero più visti.

Il primo bidet

Anche la storia del bidet è molto affascinante. Le prime testimonianze risalgono agli inizi del 1700, quando (precisamente nel 1726) l’allora ministro degli esteri francese Louis de Voyer, marchese d’Argenson, racconta nelle sue “Mémories” di aver sorpreso Madame De Prie mentre utilizzava quella che definì “una sedia di pulizia”: uno sgabellino con quattro gambe ed una vasca in legno dalla strana forma di violino. Approfondirò l’argomento in un bellissimo post dettagliato perché ci sono tantissime cose da dire!

“Civiltà in bagno” di Lawrence Wright ha scritto un libro sulla storia del bagno.

Chi era Lawrence Wright

Lawrence Wright, nato a Bristol nel 1906 e morto nel 1983, fu pittore e architetto. Il nome non dirà nulla ai più, ma non era esattamente uno sconosciuto. Sulla copertina del libro si legge che esponeva alla Royal Academy prospettive urbane e altri dipinti. Una sua opera, commissionata dal London Museum, fu addirittura esposta a Kensington Palace.

Cosa lo portò a scrivere un libro sulla storia del bagno?

Wright scrive: “La vita non si svolge mai secondo un piano prestabilito, e abbastanza spesso ci accade di renderci conto improvvisamente dell’estrema singolarità di una nostra azione. […] Ed è proprio con la sensazione del “ma-come-mai-ci-sono-capitato” che mi scopro a terminare un libro sui bagni e sui gabinetti di decenza. Questo non è il mio campo: io non sono un idraulico, né uno storico sociale. A quanto pare mi sono impegolato per gradi, senza accorgermene, in una situazione lievemente ridicola”.

L’autore racconta con la sua sottile ironia (che pervade l’intera opera) come si sia ritrovato in un progetto tanto singolare. Su richiesta della Signora Montgomery – a cui ha dedicato il libro – responsabile della Mostra dell’Edilizia all’Olympia Exhibition Hall di Londra, Wright acconsentì ad allestire una sorta di rassegna sulla storia della stanza da bagno.

Uso ancora le sue parole, che descrivono benissimo il mio stesso pensiero quando mi sono immersa nello studio della storia del bagno: “Via via che le ricerche proseguivano, l’argomento si rivelò più interessante di quanto non mi fossi aspettato, e il materiale affascinante, semmai troppo copioso. Venivano alla luce fatti sorprendenti”.

Al termine della sua straordinaria ricerca, affermerà soddisfatto:

“La storia dei popoli si impara meglio dalle loro stanze da bagno che dai campi di battaglia“.

L’allestimento fu organizzato sotto il titolo di “Pulizia e decenza” (titolo originale: Clean and Decent), e suscitò talmente tanto interesse che al termine dell’esposizione un editore propose a Lawrence Wright di farne un libro.

Clean and decent – Civiltà in bagno

Civiltà in bagno è quindi il risultato delle sue ricerche, un compendio di storia sociale e storia del costume che si ferma agli inizi del Novecento, come afferma lo stesso autore nella prefazione, aggiungendo che “l’opera vuole più che altro divertire, anche se i riferimenti culturali affiorano continuamente nella trama”.

Il libro è suddiviso in 18 capitoli. Come viene sottolineato sin dall’inizio, non è possibile disporre gli eventi in ordine cronologico, né distinguere delle epoche aventi simili abitudini igieniche o usanze relative alla stanza da bagno. Nel volume l’autore tenta quindi di suddividere i capitoli per tematiche, seguendo una certa coerenza. C’è da sottolineare inoltre che, essendo lo scrittore inglese, gli aneddoti sono ambientati in Inghilterra, Francia e Stati Uniti.

 

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